Un’adolescente estremamente magra, in miniabito nero con una veletta in testa che si muove in una discoteca. Questa è l’immagine della donna Celine versione Hedi Slimane che rimane impressa nella mente al termine della più attesa sfilata della Settimana della Moda di Parigi.

Da quando ha sfilato questo “giornale notturno della gioventù parigina”, presentato venerdì scorso agli Invalides, i difensori del nuovo direttore artistico francese e i partigiani del suo precedessore, la britannica Phoebe Philo, autrice di un guardaroba minimalista e confortevole per una donna autosufficiente, sono impegnati in una vera guerra sui social network.

Questi ultimi accusano lo stilista star oggi cinquantenne, che in precedenza aveva lavorato per Dior e Saint Laurent, di aver gettato alle ortiche l’heritage della creatrice femminista, il cui regno di dieci anni alla guida di Celine ha largamente contribuito al successo del marchio.

Lou Stoppard, di GQ edizione Regno Unito, non usa mezzi termini: questa tattica della terra bruciata è “orribile” per le donne “che volevano solo poter indossare qualcosa che non fosse degradante”.

Persino i fan di Slimane ammettono che ha fatto passare sotto un rullo compressore l’eredità stilistica della Philo. Lo stilista ha presentato il suo défilé “Celine 01”, come se il brand non fosse esistito per 70 anni prima del suo arrivo, e ha cancellato dall’account Instagram tutte le immagini delle campagne militanti e cerebrali che si riferivano alla scrittrice americana Joan Didion dell’era Philo. Esse sono poi riapparse su due account ‘ribelli’ di Celine, non ufficiali.

Mentre la stampa francese si è meravigliata davanti alle creazioni molto sartoriali di Slimane, gli anglosassoni hanno deplorato l’immagine retrograda della donna trasmessa da questa collezione un anno dopo il lancio del movimento #MeToo. “Hedi Slimane è il Donald Trump della moda?”, s’interroga l’Hollywood Reporter.

Vanessa Friedman, del New York Times, stima che Hedi Slimane, che si è isolato a Los Angeles negli ultimi due anni per dedicarsi alla fotografia, l’altra sua passione, non sia più in sintonia con la sua era.