Saint Laurent
Anche in questa stagione Anthony Vaccarello ci ha portati sulla spianata che si trova sulla sponda della Senna che sta di fronte alla Torre Eiffel; e di nuovo nel passato per la sua visione del futuro di Saint Laurent.
Vaccarello ha rimixato molti dei più notevoli look ideati da Monsieur Saint Laurent (dagli smoking da donna, ai ricami etnici esotici, alle pellicce da uomo) anche se ne ha esagerato le proporzioni e allungato la silhouette fino a farne la più lunga vista a Parigi.
Lo stilista belga ha fatto costruire un altro set mastodontico – facendo sborsare all’azienda diversi milioni di euro per una scatola gigante, un lato della quale era costituito da un imponente muro riflettente. Una volta partita la colonna sonora dello show, questa parte è diventata una sezione trasparente, piena di sottili colonne fatte di lampadine, programmate da un computer per dare l’impressione che ci si trovasse in una foresta illuminata.
Contrariamente a Milano, dove quasi ogni collezione conteneva vestiti classici da professionisti dediti a lavoro e carriera, i designer di Parigi sembrano dedicarsi solamente a vestire ragazze alla ricerca di bei momenti. Sarebbe difficile immaginare una qualsiasi donna – o uomo – andare in ufficio indossando uno di questi capi di Saint Laurent, tranne forse per firmare un nuovo contratto discografico.
Questi vestiti erano invece molto più adatti per assistere a una sfilata di moda con VIP, celebrità e attori vari. La prima fila questa volta comprendeva Lindsay Lohan, ancora in disgrazia a Parigi un decennio dopo la sua debacle come “designer” per Ungaro; Kate Moss, scortata da George Cortina, noto stilista americano, e persino una serie di attori veri. Come, beh, Matt Dillon, che sembrava molto a suo agio in un peacoat Saint Laurent, e Salma Hayek, con il suo maritino (e proprietario di YSL) François-Henri Pinault.
In ogni caso, con un duro remix di musica elettronica Zeta ad esplodere da alcuni altoparlanti giganti, le prime modelle sono apparse con microabiti da cocktail indossati sopra a scarpe con la zeppa dotate di tacchi di 12 centimetri e splendidi cappotti dalle grandi spalline; sono poi seguiti un paio di abiti perfettamente tagliati – uno in bianco che era la perfezione. Anthony è sempre stato un sarto maledettamente bravo.
Molti top erano trasparenti – un elemento a cui Yves non era sfavorevole – e le giacche in alligatore con le spalline erano tagliate lunghe. Tuttavia, il motivo per il quale l’attuale successore di Saint Laurent sentisse il bisogno di vestire una decina di ragazze in pantaloncini medievali con le paillette, è un fatto imperscrutabile, quasi incomprensibile. La cosa ha fatto sembrare emaciate le loro gambe magrissime.
A un terzo della sfilata, il designer ha finalmente preso la giusta velocità di crociera con giacche da rock star di velluto ricamato e alcuni sensazionali abiti da sera tagliati con dei fiocchi di un metro che spuntavano dalle spalle ad angolo retto. Immagini perfette per le riviste patinate.
Capelli biondi lucenti, occhiali neri e mani in tasca; tutto il cast si comportava, e sfilava, come delle nipoti di Betty Catroux. Il finale, invece, è stato un completo disastro: più di venti modelle che sfilano in gran parte nell’oscurità dietro al muro riflettente, mentre le luci disegnano uno schema ondulato. Il tutto sembrava un gigantesco gioco Nintendo rotto, e le modelle parevano impulsi elettrici fuori tempo. Per essere sinceri, questa è stata la scelta di regia più strana a memoria d’uomo da quando l’imperatore romano Caligola decise di nominare console il suo cavallo.
In mezzo a quell’oscurità, Vaccarello è uscito per una breve camminata e un inchino di saluto, circondato dal più basso livello di applausi che abbiamo ascoltato in una sfilata di Saint Laurent in oltre tre decenni.