Tommy x Zendaya
L’ultima sfilata “See Now, Buy Now” di Tommy Hilfiger, che ha visto il debutto della collaborazione con la nuova superstar Zendaya, si è svolta sabato sera nel Théâtre des Champs-Elysées a Parigi. Si è trattato di uno show coraggioso e determinato a mettere in scena la generazione Flower Power, solo poche ore dopo che una nuova manifestazione anti-governativa dei gilet gialli è stata organizzata sul più bel viale di Francia.
L’ispirazione è venuta da Zendaya, che è rimasta affascinata da un momento epocale chiamato “Battle of Versailles Fashion Show”. Si parla del 28 novembre 1973, quando cinque stilisti di moda americani (Halston, Bill Blass, Stephen Burrows, Oscar de la Renta e Anne Klein) hanno unito le forze per affrontare in una disfida a colpi di sfilate una squadra francese composta da quello che oggi si definirebbe, proprio all’americana, un Dream Team: Yves Saint Laurent, Emanuel Ungaro, Hubert de Givenchy, Pierre Cardin e Christian Dior. Ogni stilista poteva presentare otto modelli.
Fu un momento seminale per la moda americana, perché gli yankee credettero per la prima volta di poter competere con le grandi firme di Parigi.
La sfilata di Tommy di sabato scorso ha addirittura avuto una connessione vivente con quel momento: la supermodel Pat Cleveland, la stella dello spettacolo di Versailles, che ha preso d’assalto la passerella su un dancefloor illuminato degno di La febbre del sabato sera. Roteando e ballando lungo il palco in un abito da sera a mantella monospalla in lurex di seta (un omaggio alle Sister Sledge), la Cleveland ha ricevuto un’ovazione dal pubblico nel monumento Art Decò.
Ma la Cleveland non era la stella dello show. La vedette era Grace Jones: vestita con un body dorato, un blazer metallizzato color lilla e stivali alti, la performer ormai settantenne non ha esitato a schiaffeggiarsi i glutei ottenendo grandi applausi dalla folla di 1.500 persone intervenuta al défilé nello storico teatro di quattro piani.
È in questo luogo che Stravinsky ha rivoluzionato la musica con la prima mondiale di La sagra della primavera. È anche lo stesso teatro in cui l’appena defunto Karl Lagerfeld ha messo in scena la prima collezione di pellicceria e alta moda che ha disegnato per Fendi.
Lo show ha rappresentato l’ultima collaborazione in ordine di tempo di Hilfiger con una stella mondiale. I suoi due precedenti compagni di squadra, Gigi Hadid e Lewis Hamilton, sedevano in prima fila.
Nel pre-show, decine di pattinatori sui rollerblade hanno ballato con abilità su un medley di classici da discoteca, prima di lasciare spazio alla sfilata vera e propria. Abiti estremamente glam stretti in vita da regina della disco music; vestiti in denim corsettati; top e tailleur con stampe dello zodiaco; tubini scintillanti degni di una stella del piccolo schermo; tute dorate di lamé; e scarnissimi pantaloni di pelle in cui le modelle sembravano essere state versate dentro.
La maggior parte dell’ampio cast era composta da modelle di pelle scura. Molte di loro erano di grandi taglie, e tutte sono state accompagnate da frequenti selve di applausi da parte del pubblico.
Tommy ha anche fatto riferimento al suo passato in un meraviglioso video con protagonista Zendaya, che sembrava essere stato girato nel quartiere di Soho a New York, ma che in realtà è stato girato nel Soho di Londra. In un momento di umorismo irriverente, lo stilista statunitense è riuscito a includere nel filmato un poster che menzionava “People’s Place”, la prima boutique che ha aperto nella sua vita, nel 1971, nella sua città natale di Elmira.
Tommy e chiaramente contentissimo della sua nuova collaborazione con Zendaya, che sembra possa superare senza problemi il già considerevole successo ottenuto dalle partnership con Hadid e Hamilton.
La “Battaglia di Versailles” originale (organizzata per raccogliere fondi per il restauro della Reggia di Versailles) attirò anche degli invitati di grande spessore: la Principessa Grace di Monaco, Andy Warhol, Gloria Guinness, Jacqueline de Ribes e Liza Minnelli, fra gli altri.
I cinque stilisti americani non esitarono a coinvolgere modelle giovanissime, 11 delle quali nere, e il loro sportswear energico e raffinato, contro ogni previsione, rubò la scena all’establishment francese. Con grande orrore da parte loro, gli enfant terribles della moda francese sembrarono improvvisamente far parte dell’ancien régime, come d’un tratto invecchiati.
Sorprendentemente, quello sconvolgimento storico sembrò premonitorio, visto che il teatro scelto da Tommy si trova vicino a negozi di lusso che sono stati danneggiati e saccheggiati in massa poco prima di Natale dalla rivolta dei gilet gialli.
Per concludere, Hilfiger ha preso d’assalto una delle più grandi capitali europee della moda e della cultura ed è riuscito a entusiasmare e conquistare tutta Parigi con ciò che i francesi amano di più dell’America: black culture, musica dance, energia e ottimismo.