Valentino con un tributo a Maria Callas
Lunga vita alle dive, specialmente alla più grande diva dell’opera lirica di sempre, Maria Callas, la vera stella di un’opulenta, grandiosa, affascinante e forse autoindulgente collezione d’alta moda presentata mercoledì sera a Parigi.
Lo show ha effettivamente abbassato il sipario sulla stagione parigina di cinque giorni delle sfilate di Haute Couture, visto che il giovedì è dedicato principalmente alla gioielleria. E una folla scintillante di ragazze e aristocratici, da Olivia Palermo a Natalia Vodianova ha preso i propri posti su sedie Luigi XVI color beige chiaro dalla struttura di legno non verniciato all’interno della residenza di Salomon de Rothschild nel raffinato VIII arrondissement.
Con la Callas e la sua potente ugola gloriosamente in evidenza negli altoparlanti (si è cominciato con un’aria di Puccini), le prime modelle sono apparse con acconciature monumentali, spazzando il parquet con i loro enormi abiti.
È stato un bellissimo show e di un’affascinante espressione di moda. Eppure tutta la collezione aveva un accento un po’ troppo rarefatto, a richiamare un mondo che ormai è vissuto da poche persone, anche se indubbiamente magnifico. Raramente un atelier di alta moda ha eseguito le creazioni con tale consumata abilità – e lo stilista della casa di moda, Pierpaolo Piccioli, ha generosamente voluto che fosse indicato il nome di ogni artigiano Valentino dopo ogni outfit su cui ha lavorato.
A partire dal notevolissimo cappotto “Leda e il cigno”, fatto in in mikado, lurex e faille di seta intarsiata, che ha richiesto ben 1.120 ore di amorevole lavorazione da parte di Alessandro e Julia, per continuare con la mantella verde con cappuccio da diva del cinema indossata con una camicetta giallo pallido per una bellissima combinazione di colori finale, un look chiamato “Liza Minnelli”, realizzato grazie all’abilità di Elena e Maria. Forse però l’outfit più bello di tutti è stata la mantella sontuosa e allungata fino a toccare il pavimento in lana verde, nera e beige con sopra un ricamo che illustra il grande mito greco di Perseo e il suo cavallo alato Pegaso. Lo dobbiamo alla perizia di Federica R., Daniela e Cinzia.
Il materiale finale preferito di Piccioli è stato il taffeta plissettato, in un arancione scuro brillante, giallo fluorescente e fucsia, arricciato fino quasi a esplodere nelle sue forme rigonfie. Tutti i vestiti scivolavano sulle modelle ed erano abbinati alle loro acconciature ricche di petali assortiti. Classico, ma con un tocco abbastanza speciale nella loro forma per sembrare perfetto.
Non stupisce quindi che il couturier italiano abbia ricevuto un’ovazione così entusiasmante nel finale, con acclamazioni prolungate. Fino al complimento supremo; il fondatore della griffe, Valentino Garavani, gli ha concesso persino lui una standing ovation. Ora, un fatto del genere quanto spesso accade a una sfilata d’alta moda?